Tumore alle ovaie talco. L'Osservatorio Nazionale Amianto assiste tutte le donne che sono state colpite dal tumore alle ovaie, ti seguirà per la diagnosi, per la terapia e per la cura, grazie ad un team di medici volontari e lo staff di legali, coordinato dall'Avv. Ezio Bonanni.
Se sei stata esposta ad amianto e temi di aver contratto il tumore alle ovaie, ti puoi rivolgere al tuo medico curante e informarlo di questa condizione di rischio, oppure puoi contattare l'ONA attraverso lo Sportello Nazionale Amianto.
Sarai assistita nella diagnosi, terapia e cura del tumore alle ovaie e di qualsiasi altra patologia, e riceverai assistenza legale gratuita.
L'Osservatorio Nazionale Amianto e il suo presidente, Avv. Ezio Bonanni, assistono tutte le donne affette da tumore alle ovaie (che temono di aver contratto o poter contrarre il tumore alle ovaie) per la tutela dei loro diritti per l'esposizione ad amianto (agente di rischio del cancro alle ovaie), che agisce in sinergia anche con il talco (quest'ultimo in molte occasioni contaminato da fibre di amianto, specialmente se estratto dalle miniere della Val Chisone) e con la esposizione ad altri cancerogeni, con il riconoscimento della condizione di rischio anche da parte dell'INAIL.
L'ONA assiste anche le donne affette da altre patologie asbesto correlate, attraverso lo Sportello Nazionale Amianto:
Una sentenza negli Stati Uniti ha condannato una nota azienda produttrice di talco a risarcire per ben 72 milioni di dollari parenti di una donna deceduta per tumore alle ovaie per non aver adeguatamente informato i consumatori sul fatto che l'uso prolungato di prodotti per l'igiene a base di talco (in particolare se usato a livello inguinale o, come si faceva fino a qualche anno fa, per mantenere asciutti i diaframmi contraccettivi in lattice di gomma) comporterebbe un aumento del rischio di tumore alle ovaie e che il talco è "potenzialmente carcinogeno". Dal punto di vista scientifico, nella maggior parte dei casi non si nota alcuna relazione tra uso di talco e aumento del rischio, poiché in nessuno studio è stata notata una relazione tra uso di talco a livello inguinale (o addirittura all'interno della vagina) e aumento del rischio, né è stata individuata una relazione tra durata del consumo di talco e frequenza della malattia (una relazione invece quasi sempre esistente nel caso dei carcinogeni, come per esempio l'amianto o asbesto).
Ad ogni modo, come precauzione, gli esperti consigliano di evitare l'uso del talco a livello inguinale o genitale.
Alla luce dei dati disponibili, l'International Agency for Research on Cancer (IARC), che fa capo all'Organizzazione mondiale della sanità, ha classificato il talco contaminato da asbesto come "carcinogeno per gli esseri umani", ma la causa della cancerogenicità è l'asbesto e non il talco e tale prodotto non è più in commercio da molti anni. Sulla base della mancanza di dati provenienti da studi condotti con esseri umani e della limitata quantità di dati provenienti in studi condotti con gli animali, lo IARC considera il talco non contaminato da asbesto come "non classificabile tra i carcinogeni umani". Sulla base della scarsa qualità di prove ottenute in studi con esseri umani che hanno collegato il cancro ovarico all'uso di talco, lo IARC considera solo l'uso del talco a livello perineale (cioè genitale o intravaginale) come "possibile carcinogeno per l'uomo" ( gruppo 2B).
Gli esperti sono concordi sul fatto che l'eventuale aumento del rischio di tumore dell'ovaio, in caso di esposizione prolungata al talco vicino alla vagina o al suo interno, è certamente molto modesto in valore assoluto. Il tumore alle ovaie è una malattia poco frequente. Soprattutto, la maggioranza degli studi condotti finora è considerato non rigoroso perché per verificare la relazione tra talco e rischio di tumore dell'ovaio le partecipanti sono state invitate a ricordare che cosa hanno fatto nel passato (i cosiddetti studi "caso-controllo").
Tuttavia la memoria è spesso labile, quindi i ricercatori sanno che i risultati di questi studi sono poco attendibili. Più affidabili sono gli studi di coorte, che reclutano un ampio gruppo di donne sane e le seguono nel tempo raccogliendo numerosi dati (tra cui per esempio il consumo di prodotti per l'igiene intima con talco) per cercare di capire che cosa differenzia le donne che a un certo punto vengono colpite dal tumore. Anche se per il momento l'unico studio effettuato sulla relazione tra talco e tumore delle ovaie non ha rilevato alcun legame, nessuno scienziato ha finora identificato né ipotizzato un meccanismo biologico per cui il talco potrebbe causare lo sviluppo del tumore (almeno da quando negli anni Settanta sono state eliminate tutte le contaminazioni da asbesto/amianto, che fino ad allora erano comuni in tali prodotti). 16 studi che avevano coinvolto complessivamente 12.000 donne hanno segnalato, nel 2003, un aumento del rischio di tumore alle ovaie di circa un terzo associato all'uso del talco. Una revisione del 2013 con circa 18.000 donne coinvolte ha rilevato un aumento analogo associato all'uso del talco per l'igiene intima. Un altro ampio studio americano pubblicato nel 2000, che ha coinvolto circa 80.000 donne nell'ambito di uno studio epidemiologico sulle infermiere americane ha dimostrato il legame con il tumore delle ovaie sieroso, che potrebbe anche essere frutto del caso o della contaminazione da asbesto, un problema ancora fortemente presente in Italia. Anche uno studio australiano del 2008 ha osservato un legame tra talco e tumore delle ovaie sieroso. Nel complesso gli esperti sottolineano che anche un eventuale aumento di rischio di un terzo rimane di entità modesta in assoluto, perché il tumore dell'ovaio è già di per sé poco frequente.
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