Il tumore al colon o cancro al colon è una neoplasia molto frequente. In molti casi è una malattia professionale, per esposizione a cancerogeni, tra i quali l'amianto e le radiazioni ionizzanti, come confermato dallo IARC. L'Osservatorio Nazionale Amianto, con l'Avv. Ezio Bonanni, hanno affrontato il tema della tutela dei diritti dei lavoratori esposti ai minerali di asbesto e che sono vittime del tumore colon o carcinoma intestino). La tutela è estesa a tutti coloro che sono stati, comunque, esposti ad uno dei cancerogeni che provoca tale neoplasia. Il servizio medico legale ONA permette la certificazione della malattia professionale e l'assistenza medica. Si aggiunge anche la tutela legale gratuita con la consulenza e assistenza. Le vittime di tumore al colon malattia professionale, hanno diritto all'indennizzo INAIL, al prepensionamento amianto e al risarcimento del danno. È possibile, altresì, chiedere il parere legale per iscritto, oltre che con il numero verde gratuito.
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Il carcinoma del colon, tumore colon rettale, con 610.000 morti all'anno nel mondo, è la terza forma più comune di cancro. Nel 2012 sono stati registrati 1,4 milioni di nuovi casi di cancro colon retto e 694.000 decessi sempre per tumore al colon retto. Il 65% dei casi di adenocarcinoma del colon è stato riscontrato nei Paesi sviluppati. Altri fattori di rischio per l'insorgenza del tumore al colon retto sono lo stile di vita e malattie infiammatorie croniche intestinali (malattia di Crohn e la colite ulcerosa).
Il tumore del colon o carcinoma colon è provocato dall'amianto e da altri cancerogeni. In particolare, anche le radiazioni ionizzanti, queste ultime, inserite nella lista I dell'INAIL.
Nell'ultima monografia IARC (Monograph. Asbestos, Chrysotile, Amosite, Crocidolite, Tremolite, Actinolite and Anthophyllite) il cancro colon viene ricondotto all'esposizione ad asbesto. Tant'è vero che, così, si legge: "Also positive associations have been observed between exposure to all forms of asbestos and cancer of the pharynx, stomach, and colorectum. For cancer of the colorectum, the Working Group was evenly divided as to whether the evidence was strong enough to warrant classification as sufficient” (pag. 294). Quindi, nella traduzione in italiano: "Associazioni positive sono state osservate anche tra esposizione a tutte le forme di amianto e tumore della faringe, stomaco, colon-retto e. Per il cancro del colon-retto, il Gruppo di lavoro è stato equamente diviso sul fatto che la prova era abbastanza forte da giustificare la classificazione come sufficiente".
Il New York Times, già in data 21 gennaio 1973, ha titolato Amianto, il salvatore di vite ha anche un lato mortale (Asbestos, the saver of lives, has a deadly side). Infatti, grazie agli studi del Prof. Irvin Selikoff, fin dagli anni '60 risulta dimostrato che l'amianto, oltre a provocare il cancro polmonare e il mesotelioma, fosse l'agente eziologico anche del cancro al colon retto e allo stomaco. Così, nella versione in Inglese: "instead of the normal nine or 10 deaths from cancer of the stomach, colon or rectum, there were 29—“not so unexpected,” as Selikoff points out, for “anybody who inhales dust also ingests it" (leggi l'intero articolo negli archivi del New York Times).
Come si manifesta il tumore al colon: il tumore colon, in Occidente, è il secondo cancro maligno per diffusione e mortalità dopo il tumore al seno per la donna e dopo il tumore alla prostata e il tumore al polmone per l’uomo.
Tumore al colon età: secondo l'epidemiologia cancro colon, i tumori al colon sono poco diffusi sotto i 40 anni, ma aumenta gradatamente con l’età fino a raggiungere il picco verso gli 80 anni in entrambi i sessi.
Cancro al colon sopravvivenza: Per quanto riguarda tumore al colon aspettative di vita, in base a statistiche americane (anni 2008-14) per tumore del colon sopravvivenza media a cinque anni è del 64.5% e negli ultimi anni il tasso di tumore al colon mortalità si è progressivamente abbassato, migliorando tumore al colon sopravvivenza.
Il tumore del colon (o tumore retto) in Italia è il primo tra le neoplasie al colon per incidenza nella popolazione italiana: nel 2017 sono state effettuate circa 53mila nuove diagnosi di cancro colon retto. Tra i maschi, il cancro colon retto si trova al terzo posto, preceduto dal tumore alla prostata prostata e dal tumore al polmone (14% di tutti i nuovi tumori), mentre nelle donne è al secondo posto (14%), preceduto dal tumore alla mammella. Il 58% delle persone colpite da un tumore del colon-retto risulta in vita a 5 anni dalla diagnosi, con una moderata tendenza all’aumento (i dati risalgono ai primi anni 2000).
Tra le condizioni di rischio, oltre all'esposizione ad asbesto, ci sono le esposizioni ad altri cancerogeni. Anche una serie di altri presupposti e condizioni le cause tumore al colon:
Cancro al colon sintomi. Tumore al colon come si manifesta? I sintomi cancro colon sono:
I tumore colon sintomi possono avere diverse cause e ciò che varia è anche per cancro al colon come si manifesta.
La diagnosi tumore al colon (tumore del retto) avviene prima di tutto con il medico di base. Per individuare il tumore al colon retto, colon tumore bisogna effettuare un'analisi clinica (con l'analisi dei sintomi tumore colon) e l’anamnesi lavorativa. La conferma della diagnosi tumore al colon avviene tramite biopsia ottenuta durante sigmoidoscopia o colonscopia.
Alla biopsia del colon tumore seguono esami di diagnostica per immagini per determinare la diffusione del tumore intestino, carcinoma intestino. I lavoratori esposti ad amianto corrono il rischio di contrarre carcinoma al colon e per questo dovrebbero sottoporsi a continui controlli sanitari (sorveglianza sanitaria) al fine di diminuire la probabilità di morte per tumore al colon. Lo screening è consigliato in particolare tra i 50 e i 75 anni (età in cui è probabile insorgenza del tumore del retto).
Per quanto riguarda la neoplasia colon sopravvivenza dipende dalla stadiazione del cancro del colon e, quindi, dal tipo di protocollo e di approccio. In assenza di metastasi, è possibile agire chirurgicamente e resecare il cancro. In molti casi, l’approccio è proprio quello chirurgico, che permette, come detto, di estirpare il tumore (colostomia).
In base alla velocità e alla diffusione del cancro al retto, adenocarcinoma del colon potrebbe essere necessario sottoporsi a terapia con radiazioni o chemioterapia.
La radioterapia è spesso usata nei pazienti in cui il cancro al colon ha colpito maggiormente il retto, a volte prima dell’intervento al colon e consiste in una serie di trattamenti con radiazioni ad elevata energia, che richiede pochi cicli per essere completata.
La chemioterapia può essere eseguita per via orale o per via endovenosa, usando delle sostanze chimiche molto forti, che possono a volte causare effetti collaterali. I pazienti con il cancro al colon, adenocarcinoma del colon hanno le migliori possibilità di sopravvivere se il cancro viene subito individuato e trattato chirurgicamente.
Intervento chirurgico tumore al colon: Prima della chirurgia per il tumore colon, il colon è pulito accuratamente attraverso lassativi e clisteri o facendo bere al paziente una speciale soluzione detergente la notte prima dell’intervento al colon. L'intervento al colon prevede la rimozione del cancro al colon è eseguito in anestesia generale e la parte del colon interessata dal cancro viene rimossa, mentre la restante parte è riconnessa con le suture. Quando gli interventi al colon per l'adenocarcinoma del colon interessa il retto o l’ano può essere fatta un’altra incisione vicino al retto. Se non dovesse esserci colon residuo per creare l’anastomosi, il colon viene deviato verso l’esterno dell’addome attraverso ancora un’altra incisione (colostomia).
L'intervento chirurgico combinato alla chemioterapia e alla radioterapia, può essere risolutivo. Non ha grosse controindicazioni, ovvero, rischi. Le sole complicazioni, poco probabili, sono quelle legate all'anestesia e al tipo di intervento. Tra questi rischi, ripetiamo, molto rari, ci sono ictus, insufficienza renale, polmonite e trombosi venosa profonda, infezione, sanguinamento, cicatrici cutanee).
Dopo la chirurgia, ovvero dopo l'esecuzione della colostomia, il paziente dovrà astenersi dal mangiare e bere per qualche giorno. In questo modo, si permette l’anastomosi di cicatrizzare. In questo caso, per poter alimentare il paziente, sarà sufficiente inserire un tubo al naso per qualche giorno ed evitare, così, la percezione di gonfiore e la nausea, in attesa che l'anastomosi si cicatrizzi. Il paziente, potrà, così, gradualmente riprendere a mangiare, ed essere dimesso dopo qualche giorno.
Sarà opportuno che il paziente, così sottoposto ad operazione chirurgica, si sottoponga a vaccino contro il colera, ciò perché, recentemente, sembra dimostrata l'efficacia, in chiave preventiva.
Il tumore al retto, cancro colon retto è una neoplasia caratterizzata dalla presenza di cellule tumorali nel retto. Il retto è un organo dell’apparato digerente o gastrointestinale.
L’apparato digerente ha la funzione di assorbire le sostanze nutritive dal cibo ingerito. I fattori scatenanti del tumore colon retto possono essere i seguenti: dieta poco sana, il fumo, polipi intestinali, sedentarietà e l'esposizione a cancerogeni tra cui l'amianto.
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Tumore al colon rettale sintomi: i sintomi del tumore del colon retto, cancro colon retto, sono molto simili ai sintomi cancro colon e sono i seguenti:
Tra i sintomi tumore colon retto troviamo anche astenia, ovvero continua spossatezza e l'anemia è una conseguenza al continuo sanguinamento rettale.
L'insorgenza del tumore del colon retto, carcinoma intestino e delle altre malattie colon è più frequente nelle persone di età superiore a 50 anni rispetto a quelle più giovani.
Il cancro del retto viene oggi diagnosticato sempre più precocemente grazie a una serie di esami effettuati sulla popolazione nella fascia d’età considerata più a rischio ovvero quella più avanzata.
Uno degli esami più comuni effettuati per la diagnosi del cancro del retto consistite nella palpazione dell'addome alla ricerca di eventuali masse (cancro retto), oppure nell'esplorazione rettale manuale.
Gli altri strumenti diagnostici per individuare il cancro del retto sono:
Uno degli esami in grado di stabilire una certezza diagnostica del cancro del retto o delle altre malattie del colon è la colonscopia. La colonscopia è un esame, piccola operazione al colon dalla durata di un'ora. Viene effettuato da un medico e riguarda il colon retto in tutta la sua lunghezza.
La TAC è un altro esame che riguarda il torace e l'addome. Serve per ottenere diverse inquadrature dello stesso organo al fine di ottenere una visione completa della struttura interna dell'organo. È una procedura indolore e della durata di circa mezz'ora. L'unico inconveniente è che bisogna evitare di mangiare e bere per almeno quattro ore prima dell'esame.
L'ecografia transrettale viene effettuata mediante una sonda introdotta nel colon lungo. Non è un operazione colon dolorosa o pericolosa tuttavia è un'operazione al colon leggermente invasiva.
I trattamenti per contrastare il carcinoma del retto sono i seguenti:
Le terapie per il carcinoma colon retto vengono spesso combinate fra loro per ottenere il miglior risultato. La buona riuscita del trattamento dipende soprattutto dallo stato di avanzamento del carcinoma rettale.
Prima di procedere all'intervento chirurgico, il medico tenta di agire contro il cancro colon rettale mediante radioterapia. Il trattamento più comunemente usato per il carcinoma del retto è la terapia chirurgica che consiste nell'asportazione parziale o totale, nei casi più gravi, del carcinoma colon retto.
Tra gli interventi chirurgici più praticati per contrastare i tumori del colon vi sono l'asportazioni di eventuali metastasi al fegato, la laparoscopia ovvero asportazione della neoplasia al colon e del mesoretto.
Dopo aver effettuato tale operazione per rimuovere il cancro del colon retto bisogna incidere una stomia addominale (ricostruzione di un ano artificiale sulla parete addominale mediante un foro) e nei casi più avanzati si consiglia l'esenterazione pelvica che consiste nella rimozione chirurgica di colon, retto, ano, vescica, uretra e prostata, mentre nel caso in cui il paziente fosse donna si procede alla rimozione di ovaie, cervice e vagina.
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Sulla base della letteratura scientifica, è possibile ricondurre, in molti casi, il tumore del colon all'amianto, e ad altri cancerogeni. L'ONA ha ottenuto significativi risultati nella tutela delle vittime. Infatti, il Sig. Carmine Tammone, dipendente dei cantieri navali esposto ad amianto, ha ottenuto il riconoscimento del tumore al colon malattia professionale.
Infatti, l'INAIL inserisce il cancro del colon nella lista I per quanto riguarda le radiazioni ionizzanti, e nella lista II per l'amianto. Ne consegue che, in caso di dimostrazione dell'esposizione a radiazioni ionizzanti, sussiste il dirto all'indennizzo INAIL, con presunzione legale di origine. Mentre, per quanto riguarda l'amianto, l'onere della prova è a carico del lavoratore assicurato, poiché, come detto, tale malattia è inserita nella lista II dell'INAIL.
Come già specificato, in molti casi, la condizione di rischio è legata alle esposizioni anche a radiazioni ionizzanti, oltre che ad amianto. In tale contesto, il servizio di medicina legale dell'ONA svolge un ruolo cruciale, al fine di rilevare eventuali esposizioni ad entrambi o ad uno solo dei due cancerogeni, ricompresi, rispettivamente, nella lista I e II. In tale contesto, ottenuta la certificazione e avviato il procedimento, sarà l'INAIL a doversi pronunciare. In caso di rigetto, sarà possibile proporre ricorso amministrativo e, poi, giudiziario.
Per quanto riguarda il rischio amianto, l'onere della prova del nesso causale, grava sul lavoratore, ed è per questo motivo che occorre dimostrare le mansioni e i livelli espositivi ad amianto.
Nel caso in cui si riuscisse ad ottenere la prova delle radiazioni ionizzanti, il riconoscimento, deve essere automatico. Per quanto riguarda, invece, l'amianto, l'esposizione a polveri e fibre di asbesto, ciò che rileva è la prova del rischio a carico del lavoratore.
I diritti delle vittime affette da tumore al colon in breve:
La correlazione tra amianto e il tumore al colon è ribadita dal Tribunale di Lucca, nella sentenza del 22 febbraio 2023. L'INAIL deve così provvedere al pagamento dell'indennizzo per danno biologico da malattia professionale.
Con riferimento alla riconducibilità del tumore al colon a malattia professionale asbesto correlata, quello che rileva è anche il diritto alle maggiorazioni contributive per esposizione ad amianto. In questi casi, trova applicazione l'art. 13, co. 7, L. 257/1992, in base alla quale il periodo di esposizione lavorativa asbesto, si moltiplica con il coefficiente 1,5. Questo coefficiente è utile sia per il prepensionamento amianto, sia per l'adeguamento dell'entità dei ratei mensili di pensione per coloro che sono in quiescenza.
Inoltre, nel caso in cui non ci fosse la maturazione del diritto a pensione, si potrà beneficiare del diritto alla pensione invalidità amianto, per lavoratori che hanno contratto malattie asbesto correlate, tra cui il tumore del colon. Infatti, l'originaria normativa della pensione amianto circoscritta ai soli casi di mesotelioma, asbestosi e tumore al polmone, è stata, poi, modificata e prevede il prepensionamento amianto per tutti coloro che hanno subito un danno biologico per le fibre di asbesto.
Così, anche i lavoratori malati di tumore al colon amianto hanno diritto al prepensionamento amianto. L'INPS ha dettato, con la circolare n. 34 del 2020 (Circolare INPS prepensionamento amianto), le modalità con cui presentare la domanda entro il 31.03.2022. Ogni domanda inviata dopo tale termine, sarà esaminata l'anno successivo, a partire da aprile.
Per approfondimenti:
Nel caso di riconoscimento di tumore al colon malattia professionale, sussiste il diritto al risarcimento di tutti i danni, in modo particolare, quelli della vittima primaria. Infatti, oltre al danno patrimoniale per diminuite capacità di lavoro, e al danno biologico, sussistono anche gli altri danni, che debbono essere integralmente risarciti. Inoltre, anche questi, oggetto di indennizzo, debbono trovare l'integrale ristoro con il risarcimento, e, quindi, con la liquidazione dei c.d. danni differenziali.
In base alla più recente giurisprudenza della Corte di Cassazione, risulta confermato che i danni debbono essere dedotti e dimostrati. Quindi, fermo il criterio di personalizzazione, sulla base delle tabelle, occorre dimostrare, perché, in questo modo, il quantum può essere adeguato al danno biologico, con le altre voci di danno (Cass., Civ., III sez., 11 novembre 2019, n. 28988).
Tutto si gioca sul criterio equitativo ma, soprattutto, sulla specificità delle deduzioni e prove delle entità di tutti i pregiudizi.
Il calcolo dell'entità del danno è sempre su base equitativa e con personalizzazione, partendo dalle tabelle del Tribunale di Milano, e secondo le norme di cui agli artt. 1226 c.c., ovvero 2056 c.c.. Inoltre, debbono essere scomputate per poste omogenee le somme di cui all'indennizzo INAIL.
Nel caso di invalidità al di sotto del 6%, poiché vi è la franchigia INAIL, nulla deve essere scomputato.
Innanzitutto, ciò che rileva, è il diritto, anche dei familiari, al risarcimento del danno, a maggior ragione, in caso di decesso. In quest'ultimo caso, intanto, gli eredi del defunto, hanno diritto a vedere la liquidazione di quanto maturato dal loro congiunto, secondo le quote della successione ereditaria legittima.
Inoltre, ci sono, poi, tutti i diritti alla rendita di reversibilità della prestazione INAIL, ai sensi dell'art. 85 del D.P.R. 1124/1965, e, in più, alla liquidazione del risarcimento dei c.d. danni iure proprio. Questi ultimi, sono i danni subiti dai familiari della vittima, sia nel periodo di malattia che al momento del decesso, tra i quali quelli per perdita di rapporto parentale. In questi ultimi casi, si dovrà tener conto delle norme di cui agli artt. 29, 30, 31 della Costituzione.
Infatti, il danno dei familiari, che sia dedotto, anche con la prova delle sofferenze fisiche e morali, deve essere risarcito, sulla base di Cass., Civ., III sez., 11 novembre 2019, n. 28989. Ecco perché è importante la deduzione e prova.
Per cui, oltre alle tabelle, sarà necessario far riferimento alle concrete conseguenze che la malattia e la morte del congiunto hanno avuto nei familiari, anche sul piano esistenziale, e in molti casi, anche per la paura di ammalarsi. Infatti, i familiari sono stati esposti per via della contaminazione delle tute e degli abiti da lavoro.
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