Dopo aver ricevuto una diagnosi di mesotelioma è importante non sottovalutare l’impatto emotivo della vittima e dei suoi familiari. Il mesotelioma è una grave malattia, il cui esito è spesso infausto. Il malato e i suoi familiari, a conoscenza della prognosi della patologia, vivono una condizione di fragilità psicologica. Per questo devono essere supportati.
Assume quindi un ruolo fondamentale l’assistenza psicologica. Gli studi infatti hanno ampiamente dimostrato come i pazienti affetti da mesotelioma manifestino un significativo disagio psicologico, che implica un vero e proprio danno psichico.
Il consulto psicologico dell’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto offre tutto il supporto di cui la vittima ha bisogno per affrontare il trauma e i trattamenti invalidanti, in caso di diagnosi di mesotelioma. Inoltre la psicologia clinica in ambito oncologico supporta anche i familiari coinvolti come prestatori di cure.
Depressione, paure, ansie, irritabilità, rabbia e sentimenti di impotenza sono tutti gli effetti psicopatologici che possono manifestarsi nei pazienti colpiti da mesotelioma. Questo tumore associato all’esposizione all’amianto si sviluppa nelle cellule del mesotelio, le membrane che rivestono diversi organi interni. Si distinguono il mesotelioma pleurico, pericardico, peritoneale e della tunica vaginale del testicolo. Purtroppo questa grave patologia non ha elevati livelli di sopravvivenza.
Tuttavia effetti psicologici negativi si riscontrano anche in coloro che sono stati esposti all’amianto. I soggetti soffrono per via della paura di poter contrarre una patologia asbesto correlata, potenzialmente mortale. Lo status psicologico alterato post esposizione amianto è denominato “paura di ammalarsi”.
Il 75% di coloro che sono stati esposti ad amianto soffrono di ansia, deflessione del tono dell’umore, disturbi somatici, tendenza al ritiro sociale e di varie forme di depressione. Successivamente compaiono altri sintomi come senso di disperazione, apatia, difficoltà di concentrazione, paura di contrarre malattie o di morte prematura, paura di un “contagio aereo”, disfunzione sociale, nosofobia e negazione della malattia e la difficoltà di esprimere emozioni.
Quindi come affrontare gli aspetti sociali ed emotivi del mesotelioma e delle altre patologie asbesto correlate? In questi casi, occorre un approccio multidisciplinare, non solo clinico e medico legale, ma anche psicologico. Illustra i dettagli il libro dell’Avv. Ezio Bonanni “Come curare e sconfiggere il mesotelioma e ottenere le tutele previdenziali e il risarcimento”.
La condizione psicologica dei malati di patologie asbesto correlate si lega alla loro volontà di sopravvivere e lottare contro l’amianto. Recenti studi hanno dimostrato che, grazie all’assistenza psicologica, si registra un più elevato periodo di sopravvivenza e un miglioramento psicofisico evidente. Questo avviene perché lo stato emotivo influisce sul sistema immunitario e, quindi, sulle chance di guarigione e di sopravvivenza.
Sull’importanza del supporto psicologico si è espresso anche il presidente dell’ONA, l’Avv. Ezio Bonanni: “Non si può dimenticare che ci sono state per decenni esposizioni professionali e ambientali all’amianto, che hanno provocato e provocheranno, purtroppo, decine di migliaia di altre vittime. Per questo, oltre alla ricerca nel campo biomedico, è necessario assistere coloro che si sono ammalati e i loro familiari, anche con una parola di conforto e di sostegno e non solo con la chemioterapia e radioterapia. Per questo stiamo incrementando l’azione e l’operatività del dipartimento di assistenza psicologica dell’ONA”.
Un disagio psichico si può manifestare non solo nei pazienti, ma anche nei loro familiari. Per questo va integrata l’assistenza ai malati con quella dei caregiver. Questa deve tener conto dell’interrelazione tra gli aspetti fisici, psicologici e ambientali della malattia e dell’impatto psichico della diagnosi e della cura. Infatti sia la vittima diretta sia la famiglia possono manifestare un tipico senso di impotenza e rabbia, che deve essere opportunamente trattato dal punto di vista psicoterapeutico.
È fondamentale supportare psicologicamente anche i familiari perché, in primo luogo, insegna loro a prendersi cura in modo continuativo del malato, facendo attenzione sia agli aspetti connessi al corpo sia a quelli psichici. L’assistenza psicologica è importante anche nei casi di perdita della vittima. Occorre aiutare i familiari con l’elaborazione della sofferenza, del senso di impotenza e della radicale modificazione dei programmi e progetti di vita.
Inoltre non bisogna sottovalutare che i familiari, al pari dei lavoratori malati, sono stati anche loro esposti alle fibre di amianto. Si pensi, per esempio, agli abiti da lavoro contaminati che venivano portati a casa per essere lavati. Quindi sussiste anche per i familiari un concreto rischio di ammalarsi. A prova di ciò, il VII Rapporto ReNaM riporta i casi di mesotelioma anche tra i familiari delle vittime. Infatti le fibre provocano danno anche a bassa dose. Alla paura di ammalarsi si somma anche il carico psicologico per la condizione di salute del congiunto.
L’associazione ONA assiste le vittime dell’amianto e i loro familiari anche da un punto di vista psicologico. Il Dipartimento di assistenza psicologica ONA si occupa di raccogliere studi, pubblicazioni e dati sulle patologie di pertinenza. L’associazione ha così elaborato un protocollo psicologico specifico per le vittime di mesotelioma e delle altre patologie asbesto correlate e i loro familiari.
L’Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avv. Ezio Bonanni tutelano cittadini e lavoratori esposti all’amianto e ad altri cancerogeni a 360°. Innanzitutto, grazie all’assistenza tecnica, portano avanti la bonifica e messa in sicurezza dei siti contaminati (prevenzione primaria). Sono infatti ancora 40mila le tonnellate di materiali contenenti amianto diffuse sul territorio. Denuncia questa situazione l’Avv. Bonanni nella sua pubblicazione “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia –Ed.2022”.
Inoltre, in caso di esposizioni, si può chiedere il servizio di assistenza medica. L’ONA infatti guida la ricerca scientifica riguardo il mesotelioma e le altre patologie asbesto correlate. La diagnosi precoce e le terapie più tempestive assicurano maggiori chance di guarigione e migliori condizioni di salute (prevenzione secondaria).
L’ONA mette a disposizione anche la consulenza legale gratuita. Infatti l’Avv. Bonanni e un pool di legali qualificati supportano le vittime di malattia professionale e i loro familiari nella tutela di tutti i loro diritti (prevenzione terziaria). Chi è stato esposto ad amianto può richiedere i benefici contributivi, grazie ai quali i lavoratori possono richiedere il prepensionamento o l’adeguamento dei ratei pensionistici.
Inoltre, in caso di malattia professionale riconosciuta, si ha diritto all’indennizzo INAIL o alla rendita, in base al grado invalidante. Alla rendita si aggiunge anche la prestazione del Fondo Vittime Amianto. Se, invece, si è fatto parte delle Forze Armate e Comparto Sicurezza, si può richiedere il riconoscimento di causa di servizio e dello status di vittima del dovere. Infine tutte le vittime e i loro familiari hanno diritto al risarcimento dei danni.
Il servizio di assistenza psicologica ONA è molto importante anche al fine della tutela legale degli esposti e dei loro congiunti. Infatti, se resa obiettiva in termini probatori, la sofferenza subita dal malato e dai suoi stretti familiari contribuisce alla quantificazione del danno subito, in particolare il danno morale. Perciò l’integrale risarcimento dei danni comprende anche il ristoro dei danni provocati dalla sofferenza fisica e morale della vittima e a carico dei familiari.