Atti dei convegni (marzo 2014)

L'ONA contro l'amianto. Nel marzo 2014, i comitati ONA, in tutte le regioni di Italia, hanno continuato a sensibilizzare i cittadini e lavoratori sul rischio amianto e altri cancerogeni. Sono stati organizzati convegni e manifestazioni. Le sedi territoriali hanno fornito il servizio di assistenza tecnica, per la bonifica (prevenzione primaria); a quella medica, per la diagnosi precoce e la cura delle patologie asbesto correlate, che se tempestiva, permette di raggiungere più significativi risultati, fino alla difesa legale, per la tutela di tutti i diritti vittime amianto (rendite INAIL, benefici contributivi amianto, risarcimento danni), anche grazie alla collaborazione dell'Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto.


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Atti dei convegni (marzo 2014)

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News amianto

L'Associazione ONA ti informa sulle sue attività, convegni, iniziative e risultati ottenuti in favore dei cittadini e lavoratori esposti e vittime dell'amianto. 

ONA presenta il Piano Nazionale Amianto

A più di 20 anni dalla Legge 257/92 che in Italia ha stabilito il divieto di estrazione, lavorazione e commercializzazione dei materiali di amianto e contenenti amianto, ce ne sono ancora in circolazione 40 milioni di tonnellate in 50 mila siti.

 

L'Italia ha fatto un uso indiscriminato di materiale eternit dal dopoguerra fino agli anni '70.

Sono perciò esposti ai danni per la salute non solo tecnici e operai che ne sono venuti a diretto contatto, ma anche tutti coloro che a vario titolo sono presenti, vivono o

logo ona

lavorano in ambienti che lo contengono.

L'avvocato Ezio Bonanni, Presidente dell'Associazione ONA e pioniere della lotta contro l'amianto, prosegue il suo impegno per la tutela dei diritti delle vittime esposte ad asbesto.

Nella giornata di oggi 18 marzo 2014, l'avv. Ezio Bonanni presenta un nuovo Piano Nazionale Amianto.

Scopri tutti i dettagli:


Rischio contaminazione per i Militari della Marina e dell'Aeronautica

L'amianto è stato messo al bando nell'anno 1992 con la Legge 257, ma prima di allora il suo utilizzo è stato cospicuo per molte aziende e per tutte le Forze Armate.

Nelle raffinerie, nelle ferrovie, nelle navi della Marina Militare e ora anche negli elicotteri dellAeronautica Militare.

Nell'ultimo rapporto RENAM viene registrata la presenza di amianto in alcuni componenti degli elicotteri militari. 

In alcuni siti dell’aviazione militare ancora persistono coperture in cemento amianto. Il personale dell'Aeronautica Militare non è mai stato al corrente del rischio ambientale a cui veniva sottoposto e sicuramente non erano nemmeno consapevoli indossavano delle tute antincendio composte da materiale tossico.

 

aeronautica
marina

Anche le unità navali della Marina Militare sono una bomba ecologica contenente amianto.

L'Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), ha censito 621 casi di mesotelioma tra il personale della Marina Militare, e molti altri dovranno ancora essere censiti.

Secondo l’avvocato Ezio Bonanni, Presidente ONA, i vertici della Marina erano a conoscenza dei rischi ai quali andavano incontro i loro sottoposti, in quanto l'asbestosi è stata inserita nella tabella delle malattie professionali già nel 1943, quindi nessuno è esente dalle responsabilità di queste tragedie.

L'avv. Bonanni assiste il personale della Marina Militare per il riconoscimento di causa di servizio e vittima del dovere.

L'ONA ha censito 621 casi di mesotelioma tra il personale della Marina Militare, e molti altri dovranno ancora essere censiti.

Amianto e rifiuti nascosti

Alcuni cittadini della zona di Corato, in provincia di Bari, denunciano preoccupati la presenza di una discarica all'interno di un tratto stradale posto sotto un cavalcavia. La zona è stata ispezionata e sottoposta a dei rilevamenti da parte delle Guardie ambientali d'Italia. Il sottopassaggio e pieno di rifiuti plastici, pezzi d'auto e materiale amianto.

 

Purtroppo le pastoie burocratiche rallentano i processi di smaltimento.

Il rischio è che situazioni come queste, finiscano per essere abbandonate e destinate all'aumento. Azioni del genere sono spesso opera di incivili inconsapevoli del danno ambientale che scatenano, e quel che è peggio, non gli interessa.

cavalcavia corato

Storie di amianto

La Turbo è stata un'azienda produttrice di turbine a Pieve D'Alpiago, in Veneto. L'impresa è ora responsabile di lesioni colpose gravi e violazione del decreto presidenziale che mette a conoscenza i lavoratori degli eventuali rischi a cui può sottoporsi. Gli ex lavoratori della fabbrica hanno infatti lavorato costantemente e inconsapevolmente con l'amianto, senza sapere che la materia attentava alla loro salute. 

 

A distanza di anni, numerosi operai hanno evidenziato gravi danni all'apparato respiratorio, in quanto la dirigenza dell'impresa, non ha mai dato in dotazione alcuno strumento di prevenzione (come le mascherine).

 

All'interno dello stabilimento l'amianto non era compatto ma friabile. Alcune testimonianze raccontano come si poteva scorgere la polvere bianca dell'amianto in controluce. Non riuscivano a scrollarsela di dosso e spesso tornavano nelle loro case mettendo inconsapevolmente a rischio anche la loro famiglia.

Discariche di amianto bruciate

discarica abusiva

A Gioiosa Marea, in provincia di Messina, le autorità locali hanno provveduto a mettere sotto sequestro penale alcune aree della città per presenza di rifiuti tossici.

 

Parliamo di discariche abusive di rifiuti speciali come: amianto, solventi, vernici e materiali ferrosi. Alcune lastre in eternit erano in grave stato di conservazione e potevano provocare l'aerodispersione delle fibre cancerogene nell'atmosfera. Ma l'aspetto più grave e incisivo è dato dato dal fatto che, alcuni cumuli di spazzatura, venivano repentinamente dati alle fiamme provocando emissioni di fumo nell'aria.

 

L’amianto bruciato disperde una polvere killer nell'aria che, se inalata, causa gravi problemi a tutto l'apparato respiratorio, sia che venga inalato a piccole quantità che in grandi dosi.

Allarme amianto a Cosenza

Lanciato nuovo allarme amianto nella città di Cosenza. Dopo continue segnalazioni di un fabbricato contenente eternit, l'Amministrazione comunale di Cosenza ha provveduto ad attuare dei piani di bonifica previsti per l'estate del 2014.

 

L'amianto non risulta essere in grave stato di deterioramento, e per legge, se il materiale è conservato, non è previsto l'obbligo di rimozione ma solo di "messa in sicurezza".

 

Tra le varie modalità di intervento esiste quella di incapsulamento, che permette di fissare le fibre dell’asbesto impedendone il rilascio. Tali provvedimenti consentono di controllare lo stato di usura del materiale, contenendo ugualmente i rischi per l’ambiente e la salute dei cittadini.

Amianto nell'Ilva di Taranto

ilva

Chiesti 4 anni e 6 mesi di carcere per Emilio Riva, ex direttore dell’Ilva di Taranto. Sulla sua coscienza pesa la morte di 21 dipendenti della fabbrica, deceduti per mesotelioma pleurico a seguito dell'inalazione della fibra killer presente nello stabilimento. Riva è accusato di disastro ambientale e omicidio colposo per aver omesso le cautele necessarie a tutela dei lavoratori.

 

Una richiesta a dir poco vergognosa che non restituisce dignità alle vittime. Senza contare che, a seguito di alcuni rilevamenti, la minaccia eternit non è stata del tutto debellata dalla fabbrica e potrebbe continuare ad alzare il rischio di esposizione asbesto.

 

È stato specificato a riguardo che nello stabilimento siderurgico di Taranto sono presenti ancora circa 3820 tonnellate di amianto, di cui 3700 tonnellate in matrice friabile e 120 in matrice compatta.

L'atto di Intesa della Regione Puglia aveva accordato un piano per la rimozione progressiva e definitiva dell'amianto, ma tutt'oggi la fibra amianto domina ancora su gran parte dello stabilimento.

Un'ingiustizia tutta salernitana

Sono circa 600 le domande inoltrate dagli ex dipendenti della fabbrica Marzotto all’Inail. Di queste solo 300 sono state le sentenze favorevoli. Ma qualche anno fa l’Inps ha incardinato dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione, un centinaio di cause per ottenere la cassazione delle sentenze emesse, sulla base di una mera questione procedurale.

 

Siamo negli anni 60 nella città di Salerno. Qui c'era la sede della grande azienda tessile Marzotto. A quel tempo era un privilegio per un abitante della provincia prestare il loro operato in un'impresa di queste dimensioni. Nessuno però sapeva che l'amianto avrebbe presentato loro il conto. Circa 1200 lavoratori sono stati esposti per anni alle polveri sottili dell’amianto che fuoriuscivano dai motori delle macchine. Molti di loro oggi li ha portati via il cancro.

Multe salate per chi non segnala l'amianto

Nel Comune di Concorezzo, in provincia di Monza, è stata presentata e approvata una normativa relativa all'amianto. Multe di 1500 euro per chi non segnala la presenza di eternit nella sua proprietà. La cifra per lo smaltimento amianto messa a disposizione (sia per privati che per aziende) è di 4.000 euro.

 

La segnalazione va presentata al Comune e all'Asl della propria città. Tuttavia sembra che gli abitanti di questo piccolo comune non abbiano intenzione di esporsi pubblicamente quando si tratta di materia di amianto.

 

La motivazione è probabilmente legata alla paura di incappare in qualche sanzione penale, ma così facendo si rischia di mettere in pericolo se stessi e il prossimo.