L'ONA contro l'amianto. Nel dicembre 2011, l'Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell'ONA, ha intensificato l'organizzazione dell'Associazione su tutti i territori. Sono stati istituiti comitati ONA in tutte le regioni di Italia e sono stati rafforzati quelli già esistenti.
L'ONA è stata ed è il punto di riferimento dei lavoratori esposti amianto ed altri cancerogeni, e dei loro famigliari, per qualsiasi necessità, dalla assistenza tecnica, per la bonifica (prevenzione primaria); a quella medica, per la diagnosi precoce e la cura delle patologie asbesto correlate, che se tempestiva, permette di raggiungere più significativi risultati, fino alla difesa legale, per la tutela di tutti i diritti vittime amianto (rendite INAIL, benefici contributivi amianto, risarcimento danni), hanno permesso il raggiungimento della finalità dell'Associazione.
L'Associazione ONA ti informa sulle sue attività, convegni, iniziative e risultati ottenuti in favore dei cittadini e lavoratori esposti e vittime dell'amianto.
A Casale Monferrato c’era lo stabilimento Eternit più grande d’Europa. Dal latino "aeternitas", chiamato in questo modo per sottolineare la sua elevata resistenza. Il suo materiale a base amianto del tutto incorruttibile, è stato il sogno eterno dell'azienda che ne assunse il nome: “Eternit”.
Ma da "fabbrica dei sogni", divenne presto "fabbrica degli incubi". L’amianto prodotto dallo stabilimento ha comportato la diffusione della fibra killer in svariate forme su tutto il territorio, con epicentro nella città di Casale Monferrato. I danni causati dall’Eternit non si sono limitati agli operai che lo lavoravano, ma hanno contaminato l’ambiente e i suoi abitanti.
In vista del processo di primo grado presso il Tribunale di Torino, Stefan Schmidheiny, proprietario della fabbrica e imputato al processo, fa recapitare un'offerta al Comune di Casale Monferrato. Si tratta di 18,3 milioni di euro in cambio della revoca della parte civile. Palese è il suo tentativo di condizionare l’esito del processo e "comprare la salute" della vittime.
Il Comune di Casale Monferrato ha deciso di accettare questa offerta e così facendo il si ritira da parte civile di uno dei due imputati nel processo Eternit. Sono oltre 1700 i decessi che pesano sull'accusa di omicidio colposo e disastro ambientale doloso. Stefan Schmidheiny, magnate svizzero e proprietario della fabbrica, ha innescato una morte ad orologeria in ognuno dei suoi operai e non ha fatto niente per evitarlo.
I familiari delle vittime si dicono delusi e abbandonati e chiedono una spiegazione attendibile al Sindaco. Questa transazione economicacostituisce uyn favore che viene fatto all'imputato a due mesi dalla sentenza e gli consentirà di ottenere degli attenuanti.
Il centro sportivo di Finale Emilia è stato più volte protagonista di diversi incendi dolosi. Il dato sconcertante è che ancora non è stata adottata alcuna norma antincendio. L'ennesima denuncia arriva dal Movimento Cinque Stelle: allarme amianto! Il luogo di ritrovo dove numerosi bambini respirano a polmoni aperti è ricoperto della fibra killer.
L'inalazione del cristallo amianto può provocare dei danni permanenti all'apparato respiratorio ed è la principale causa dell'insorgenza del mesotelioma: tumore maligno dell'amianto. E' necessaria una rapida azione di bonifica per mettere in sicurezza l'intero impianto sportivo.
Si pretende inoltre che venga fatta luce sulle responsabilità di chi ha taciuto per tutto questo tempo.
Legambiente ha promosso un'iniziativa indirizzata a tutte le province italiane. Il progetto prende il nome di "Provincia eternit free" ed è finalizzato ad ecosostenere il territorio incentivando la rimozione delle vecchie coperture in amianto sostituendole con il pannelli fotovoltaici.
L'iniziativa permette la produzione di energia sostenibile, sia in termini di denaro che in quelli ambientali. E' rivolta agli enti privati o pubblici che hanno tetti di grandi dimensioni superiori ai 2.500 metri quadri. La prima città ad aderire è stata Vicenza, sempre attiva nelle opere ecologiche. Il Comune calcola almeno una ventina di edifici industriali che potrebbero essere interessati all'operazione.
E' ora il turno della Regione Umbria. Recentemente ha infatti predisposto diversi interventi di riqualificazione con la determinazione dirigenziale 8967/2011. L'obiettivo è affine con quello di "Eternit free" e consiste nel liberare le copertura dei tetti dall'amianto, sostituendoli con gli impianti fotovoltaici.
Il bando finanzia il 20-30% delle spese ammissibili dei tre pacchetti di intervento: la rimozione della copertura in eternit, la realizzazione di una nuova copertura con resistenza termica e l'installazione degli impianti di produzione di energia sostenibile. L'iniziativa è rivolta alle grandi e piccole imprese extra-agricole con sede operativa nel territorio regionale.
La fase più costosa e impegnativa riguarda lo smaltimento dell'eternit. L'operazione deve infatti essere attuata da una ditta specializzata iscritta alla categoria 10A dell'albo dei gestori
ambientali.
Nessuno è colpevole quando si tratta di amianto? Chi sbaglia è giusto che paghi e che non si sottragga alle proprie responsabilità. A volte l’omertà uccide più dell’amianto.
Sta diventando un'abitudine comune scaricare abusivamente i rifiuti per le strade. E' un gesto ad opera di incivili che perseverano nel considerare la città una discarica. Ma è quello che sta diventando: spazzatura lasciata a marcire nei vicoli o lastre di Eternit abbandonate nel pieno centro urbano.
E' quello che è successo a Palermo nei pressi della scuola Rosolino Pio. Si tratta di una quantità enorme di amianto ritrovata sul marciapiede che mette in allarme la popolazione e i genitori degli studenti.
Fibronit, meglio conosciuta come "la fabbrica della morte" è stata un'azienda produttrice di elementi per l'edilizia che produsse manufatti in cemento amianto negli stabilimenti di Broni e Bari.
La produzione fibrosa dell'amianto nello stabilimento ha causato la morte di molti dipendenti e contaminato l'aria circostante. Ad oggi la città di Broni rappresenta l'area geografica della Lombardia con il più alto tasso di mesotelioma.
E' stato recentemente bocciato il progetto che prevedeva la costruzione di una discarica proprio in quest'area. Diverse associazioni hanno avanzato l'idea di un'impianto di inertizzazione: un sistema di cottura del materiale fibroso. L'amianto bisogna estirparlo, non sotterrarlo!
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