Atti dei convegni (aprile 2012)

L'ONA contro l'amianto. Nell'aprile 2012, l'Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell'ONA, ha intensificato l'organizzazione dell'Associazione su tutti i territori. Sono stati istituiti comitati ONA in tutte le regioni di Italia e sono stati rafforzati quelli già esistenti. 

L'ONA è stata ed è il punto di riferimento dei lavoratori esposti amianto ed altri cancerogeni, e dei loro famigliari, per qualsiasi necessità, dalla assistenza tecnica, per la bonifica (prevenzione primaria); a quella medica, per la diagnosi precoce e la cura delle patologie asbesto correlate, che se tempestiva, permette di raggiungere più significativi risultati, fino alla difesa legale, per la tutela di tutti i diritti vittime amianto (rendite INAIL, benefici contributivi amianto, risarcimento danni), hanno permesso il raggiungimento della finalità dell'Associazione. 


Consulenze gratuite per assistenza tecnica, medica e legale

Atti dei convegni (aprile 2012)

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News amianto

L'Associazione ONA ti informa sulle sue attività, convegni, iniziative e risultati ottenuti in favore dei cittadini e lavoratori esposti e vittime dell'amianto. 

Per un mondo libero da amianto

La città di Lecce ha siglato un protocollo d'intesa con Legambiente della Regione Puglia diventando una nuova “Provincia Eternit free".

 

L’iniziativa è finalizzata a promuovere e agevolare la rimozione dell’eternit sulle coperture dei tetti e la sua sostituzione con impianti fotovoltaici.

 

E’ quindi un progetto a sostegno dell’ambiente e di tutto l'ecosistema. Questo meccanismo viene

eternit free

reso possibile dai contributi specifici e dagli incentivi economici del decreto ministeriale entrato in vigore dal primo gennaio del 2011.

 

L'intento è quello di fornire alle aziende l’opportunità di riqualificazione, di risparmio in bolletta e di trasformazione in chiave sostenibile della propria attività.


Giornata mondiale delle vittime di amianto

Il 28 Aprile si celebra la giornata mondiale delle vittime di amianto. Si dice a gran voce "NO" alla minaccia della fibra killer, che è una delle principali cause di mortalità sul posto di lavoro.

 

A 25 anni dalla Legge 257/92 che in Italia ha stabilito il divieto di estrazione, lavorazione e commercializzazione dei materiali di amianto e contenenti amianto, ce ne sono ancora in circolazione 40 tonnellate in 50 mila siti.

Di amianto si muore e si continuerà a morire.

 

Scende sempre in campo per questa battaglia l'ONA, capitanata dall'avv. Ezio Bonani, Presidente dell'Associazione, che da anni sostiene tutte le vittime di amianto e tutela i loro diritti. 

morti bianche

Rapporto RENAM in Sardegna

A Cagliari, in occasione della giornata mondiale delle vittime di amianto, gli esposti e i familiari delle vittime, hanno sfilato con palloncini bianchi in mano. La manifestazione si è tenuta per sensibilizzare l'opinione pubblica sul rischio amianto e per dare un monito a tutti coloro che ancora non ne prendono atto.

 

Nell'isola si registrano ogni anno 15-18 casi di mesotelioma. Secondo i dati del RENAM (registro Nazionale Mesotelioma), in Sardegna si rileva un picco massimo di incidenza nell'anno 2010 con 21 casi.

La sua stima complessiva nel corso degli anni ha raggiunto i 220 casi di vittime amianto con un'incidenza pari al 0,8% del totale nazionale. Si tratta di una sottostima della reale incidenza del mesotelioma che è in forte crescita su tutta l'isola.

L'amianto uccide ancora

fibra amianto

La neoplasia dell'amianto ha un tempo di latenza molto elevato, che oscilla tra i 15 e i 45 anni. Tenendo conto che l'impiego dell'amianto, in particolare nell'edilizia e nella metalmeccanica, si è concentrato soprattutto fino agli anni '80, gli esperti sostengono che il livello di incidentalità potrà arrivare fino al 2020.

 

L'Italia ha fatto un uso indiscriminato di materiale eternit dal dopoguerra fino agli anni '70. Sono perciò esposti ai danni per la salute non solo tecnici e operai che ne sono venuti a diretto contatto, ma anche tutti coloro che a vario titolo sono presenti, vivono o lavorano in ambienti che lo contengono.

 

In tutto ciò, come ben sottolinea l'avv. Ezio Bonanni, Presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto, le pastoie burocratiche ritardano le bonifiche.

In un "mare" di amianto

Marsciano, discarica amianto a cielo aperto in via Sant'Elena
Marsciano, discarica amianto a cielo aperto in via Sant'Elena

La nostra terra è avvelenata e contaminata dalla fibra killer che si cela tra discariche e rifiuti. Lo smaltimento illegale provoca seri danni all'ambiente e compromette la nostra salute. E’ spesso l’azione incosciente di persone che perseverano nel considerare la propria città una discarica.

 

L'ennesimo caso di discariche a cielo aperto si è manifestato nel porto di Ravenna. La Guardia di Finanza e il dipartimento dell'Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente dell'Emilia Romagna, hanno disposto il maxi sequestro di oltre 20 tonnellate di rifiuti altamente pericolosi contenenti amianto.

In questo modo si è evitato che i cumuli di terra, intrisi delle polveri cancerogene prodotte dall'amianto, potessero contaminare le vicine falde acquifere.

Sciopero della fame contro l'amianto

Il Comitato spontaneo contro le Nocività, ha aperto uno sciopero della fame in Piazza della Loggia, a Brescia.

La loro iniziativa nasce a seguito della riapertura di una discarica, e si cerca di sensibilizzare la Giunta Comunale sulle tematiche ambientali e sulla salute dei cittadini.

 

I residenti hanno inoltre presentato un esposto alla Procura della Repubblica. Tutto ciò è conseguenza di una serie di azioni illegali che i cittadini sono stati costretti a subire. 

sciopero della fame

La città è infatti soggetta a frequenti atti di smaltimento illegale di rifiuti speciali.

 

Come se non bastasse, l'attività della discarica ospiterà oltre 80 mila tonnellate di materiale speciale.

 

Risulta più che comprensibile la preoccupazione che sta attanagliando tutti i residenti dell'area sud est di Brescia.


Continua la strage dei lavoratori

Lavorare non è mai stato così difficile, soprattutto quando di mezzo c'è l'amianto!

Le strategie industriali non hanno impedito le stragi dei lavoratori e ad oggi gli operai sono costretti a condizioni di assoluto stato di degrado e pericolosità.

 

Gli operatori del laminatoio veneziano "Alcoa" hanno dimostrato, con un esposto in Procura, la presenza di materiale amianto. In passato sono state smaltite oltre 88 tonnellate, ma l'amianto sembra persistere e continua a disperdersi negli ambienti di lavoro recando gravi danni alla salute del lavoratori. Le visite sanitarie di controllo, promosse dall'Osservatorio Nazionale Amianto, fanno emergere che ben l’80% dei 40 lavoratori, presenta placche pleuriche e noduli polmonari.

Processo Atitech

atitech

I familiari delle vittime di amianto dell'Atitech, si sono presentati davanti al Tribunale di Napoli indossando lenzuoli bianchi, simbolo del loro status di fantasmi.

 

I lavoratori sono deceduti per asbestosi, mesotelioma ed altri tumori causati dell'esposizione alla fibra killer all'interno dello stabilimento di Capodichino.

 

Il processo è a carico dei dirigenti e dei medici in servizio, accusati di omicidio colposo per l'inosservanza delle regole di diligenza e della violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni.

L'udienza preliminare è stata rinviata per un vizio di notifica. 

 

A manifestare anche i familiari dei lavoratori dell'Eternit di Bagnoli e l'indiscussa presenza dell'avv. Ezio Bonanni, che si costituirà parte civile anche a nome dell'Associazione ONA.

Amianto e uranio minacciano la Val di Susa

Il progetto tanto discusso della galleria Tav, che minacciava i lavoratori per la presenza di rocce amiantifere, non è il solo problema che affligge il territorio della Val di Susa.

 

Il Ministero dell'Ambiente ha evidenziato altri pericoli che incombono su tutto il territorio della valle. Falde compromesse, torrenti avvelenati, sorgenti prosciugatemateriali radioattivi del sottosuolo e chi più ne ha più ne metta.

 

Sono tutti fattori che possono aumentare notevolmente l’incidenza di diverse patologie e i residenti iniziano a preoccuparsi e dare sfogo alle loro ragioni. Ma tutto sembra essere insabbiato nella tomba del silenzio a danno della salute dei cittadini e dell'ambiente.

Processo Fibronit

fibronit

La "fabbrica della morte". E' conosciuta con questo nome l'azienda Fibronit, produttrice di elementi per l'edilizia nella città di Bari e Broni.

 

I giudici romani hanno condiviso la tesi accusatoria della Procura di Bari in merito al processo Fibronit.

La Cassazione ha confermato la condanna a 5 mesi e 15 giorni per l'ex dirigente della fabbrica accusato di omicidio colposo.

 

La vittima è deceduta nel 2006 dopo aver contratto il mesotelioma a seguito della lavorazione del cemento amianto nello stabilimento di Bari. La Corte Suprema ha infatti confermato la correlazione tra l'insorgenza della patologia asbesto correlata e l'attività lavorativa svolta.

Processo Pirelli

I familiari di sei operai morti per mesotelioma dopo aver respirato fibre di amianto lavorando negli stabilimenti milanesi della Pirelli, hanno rinunciato a essere parte civile nel processo che vede tra gli imputati undici ex dirigenti della società. Quest’ultimi dovrebbero rispondere alle accuse di omicidio colposo e lesioni colpose.

 

Il processo è seguito dalle indagini del pm di Milano, che ha fatto luce sul caso di venti lavoratori morti e quattro ammalati di tumore. Il risarcimento è stata una strada che i familiari delle vittime non hanno escluso, ribadendo che nessuna cifra potrà mai riportare indietro le vite spezzate dei loro cari.


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