>>Home>>Asbesto-Amianto
L'asbesto amianto, in realtà, sinonimi, che identificano minerali fibrosi altamente lesivi per la salute umana. Infatti, il termine asbesto è, infatti, sinonimo di amianto. L'ONA, Osservatorio Nazionale Amianto APS, tutela la salute e l'ambiente rispetto al rischio asbesto amianto.
Nonostante la messa al bando dell'amianto con la Legge 257/92, sono ancora 40.000 le tonnellate di materiali contenenti amianto presenti sul territorio italiano. Così la strage dovuta alla fibra killer continua. Secondo gli ultimi dati del 2021, i casi di mesotelioma sono circa 2.000, quelli di asbestosi sono circa 600 e, infine, quelli di tumore al pomone sono circa 4.000. In più sono da considerare tutti i casi delle altre malattie asbesto correlate.
Il termine amianto, asbesto sinonimo, è utilizzato prevalentemente in Italia e in Francia. Deriva dal greco ’αμίαντος' significa puro o immacolato (’α privativa e μιαίντω = incontaminabile, puro, incorruttibile). Amianto sinonimo asbesto, dal greco ’άσβεστος (’α privativa e σβέννυμι) si traduce con "inestinguibile", incessante " e "perpetuo". Quest'ultimo termine è utilizzato prevalentemente nel mondo anglosassone, in Russia ed in Germania. Entrambi i termini identificano le caratteristiche fisico-chimiche di questi minerali.
Questi minerali si classificano nei serpentini, di cui fa parte il crisotilo (amianto crisotilo), “amianto bianco”, del gruppo dei fillosilicati. Poi ci sono gli anfiboli. Questo termine deriva dal greco αμφίβολος e dal latino amphibolus = ambiguo). Gli anfiboli si classificano in actinolite, amosite, crocidolite, tremolite o amianto grigio – verde – giallo e antofillite (gruppo degli inosilicati – asbesto).
Questa classificazione, riconducibile anche alla normativa comunitaria, è poi, riprodotta nell'art. 247, Dlgs. 81/2008. Questa classificazione non è esaustiva della variegata moltitudine di questi minerali fibrosi, che hanno tra le loro caratteristiche quelle di creare infiammazione e cancro.
L'Osservatorio Nazionale Amianto - ONA assiste tutti i cittadini che sono stati esposti alla fibra killer, e coloro che purtroppo si sono ammalati (diagnosi precoce, terapia e cura delle malattie asbesto correlate).
Assistenza grautita per la difesa dei lavoratori e dei cittadini esposti, come le vittime dell'amianto. L'Avv.Ezio Bonanni coordina la difesa legale delle vittime.
La messa in sicurezza e la bonifica dei siti contaminati dall'asbesto è fondamentale per evitare il rischio. Soluzioni rapide ed efficaci. Tutela da tutti i rischi di esposizione amianto.
La produzione di asbesto, supera da sempre le 2 milioni di tonnellate. La sua messa al bando è circoscritta a 62 Stati: quelli dell'Unione Europea e Arabia Saudita, Argentina, Australia, Cile, Croazia, Gabon, Giappone, Honduras, Kuwait, Seicelle ed Uruguay. L'E.P.A., negli Stati Uniti, nell'agosto del 2018, ha ripreso ad utilizzare l'asbesto nell'edilizia. Nell'ultimo trentennio, solo negli Stati Uniti, l'utilizzo di amianto è diminuito del 99% grazie all'enorme numero di risarcimenti a favore delle vittime di amianto.
Secondo gli ultimi dati dell'IBAS, sono stati utilizzati e lavorati nel 2020 le seguenti quantità di amianto: in India 310,000, in Cina 243,000, in Russia 126,000, in Uzbekistan 117,000 e in Indonesia 86,200. Inoltre risultano prodotti i seguenti quantitativi di amianto (in tonnellate): in Russia 720,000, in Kazakhstan 227,000, in Cina 120,000, in Brasile 71,200 e in Zimbabwe 8,000.
Leggi di più su "Il giornale sull'amianto".
Sul territorio italiano, ogni anno più di mille persone muoiono per tumori legati all’esposizione ad amianto cancerogeno. I siti d'interesse nazionale con amianto (SIN) sono attualmente 10.
La concentrazione maggiore si rileva nell'Italia del Nord, in relazione all'intensiva attività industriale. Questo accade anche nei territori al Sud con particolare attenzione nelle città con una massiccia presenza di impianti siderurgici e petrolchimici:
Nelle città di Broni e Casale Monferrato, è stato rilevato un incremento del tasso di mortalità relativo all'aumento delle patologie asbesto correlate, tra cui mesotelioma pleurico, rispetto al resto della regione.
In queste zone, a causa della presenza dei due tra i maggiori impianti di produzione di materiali in cemento amianto/eternit. Tutti coloro che hanno lavorato in questi stabilimenti (Casale Monferrato - epicentro dell'epidemia di amianto, piuttosto che Fibronit di Broni; Napoli Bagnoli - Eternit, piuttosto che Fibronit di Bari) sono ormai deceduti.
L'epidemia, ora, colpisce coloro che hanno abitato in queste città, ovvero nei dintorni di questi stabilimenti.
La Fibronit di Bari era collocata al centro della città e, solo nel 2016 la bonifica è stata ultimata. Ancora oggi, giorno dopo giorno, si susseguono e si ripetono i casi di malattie asbesto correlate tra coloro che hanno perfino solo abitato nei dintorni di questi stabilimenti.
Ancora, nel 2019, nella città di Casale Monferrato, sono stati censiti circa 40 casi di mesotelioma tra coloro che sono soltanto residenti, e questa malattia è solo la punta dell'iceberg.
Nel corso del 2020, l'associazione ha registrato un'aumento di incidenza di malattie asbesto correlate, con più elevato indice di mortalità. Certo, ha influito l'epidemia di Coronavirus. Infatti, il Covid-19 è particolarmente lesivo per coloro che sono stati esposti ad asbesto e amianto di altro tipo.
Per questi motivi, l'Avv. Ezio Bonanni e l'ONA hanno adottato significative iniziative di sensibilizzazione, ed hanno richiesto un protocollo specifico per le vittime amianto. Infatti, nel corso della conferenza stampa tenuta a Roma in Campidoglio lo scorso 13.10.2020 "Rischio amianto in Italia, diritti negati alle vittime", l'Avv. Ezio Bonanni ha rivolto un preciso appello al Ministro del Lavoro e dell'Ambiente.
In quella sede, è stato chiesto di prendere atto della necessità della bonifica. Allo stesso tempo, di adottare specifiche procedure per i lavoratori esposti ad amianto con riferimento al rischio Covid-19. Tutti coloro che sono stati esposti ad amianto ed avevano già, quindi, una debolezza, sono stati, innanzitutto, vittime del Covid-19. Specialmente nei primi periodi, quando ancora non si conoscevano i meccanismi patogenetici del virus, l'approccio terapeutico si è rivelato inefficace.
Il Covid-19 è stato affrontato senza tener conto che la carenza di ossigeno era dovuta ad un problema di carattere circolatorio, che già sussiste in coloro che sono stati esposti ad amianto, le cui fibre influiscono sulle capacità di ossigenazione dei polmoni con lo scambio gassoso all'interno degli alveoli. Per i lavoratori del Nord Italia già con le vie respiratorie indebolite dalle diverse particelle e nano particelle e anche dalle fibre di amianto, il virus ha fatto strage.
In più, l'originaria latenza di queste patologie, tenendo conto della più elevata esposizione nei periodi fino ai primi anni '90, delinea un quadro di massima incidenza di patologie, quantomeno per il mesotelioma, a partire dal 2025/2030, come già più volte segnalato dall'Avv. Ezio Bonanni e dall'ONA.
La pericolosità della sola esposizione ambientale è stata assi spesso rimarcata anche dall’ONA e dimostrata a livello scientifico e rappresentata ormai un’acquisizione che non trova serie opposizioni amianto nel mondo scientifico.
Il Ministro dell'Ambiente, Generale Sergio Costa, già nel 2019, ha accolto le tesi amianto dell'Avv. Ezio Bonanni sul riordino della legislazione in materia di amianto.
Infatti, la prima normativa in materia di fibra killer è costituita dal regio decreto 442/1909, e poi, dopo la legislazione di igiene del lavoro (R. D. 530/1927), vi fu l'intervento previdenziale di indennizzo dell'asbestosi (Legge 455/1943).
In un contesto nel quale il consumo di amianto era molto limitato, il Legislatore italiano ha ritenuto indefettibile indennizzare l'asbestosi come malattia professionale asbesto correlata.
Gli studi italiani (E. Vigliani, Mottura, etc.) e, ancora, quelli tedeschi (Martin Nordmann, etc.), avevano portato alla luce anche le capacità cancerogene dell'amianto, tant'è vero che nel 1942 la Germania nazista aveva indennizzato il cancro del polmone in coloro che erano stati già colpiti dall'asbestosi.
Negli Stati Uniti, invece, il rischio amianto era stato occultato!
La sconfitta della Seconda Guerra Mondiale e il trionfo delle lobby dell'amianto delle società inglesi e nord-americane, che avevano fatto cartello con gli Schmidheiny, più ancorati geograficamente in Europa e con stabilimenti in Italia, in Francia, in Germania, oltre che in Svizzera, hanno seppellito, almeno per 30 anni, quelle acquisizioni della medicina del lavoro che in Italia e in Germania avevano fatto emergere la necessità di un'attenta valutazione dei danni dell'amianto.
Pertanto, la produzione e l'utilizzo di amianto in Italia subì una forte accelerazione, come se tutte le acquisizioni degli anni '30 e dei primi anni '40 dovessero cadere nel vuoto. La Clinica di Medicina del Lavoro di Milano, diretta dal Prof. Enrico Vigliani per più di 30 anni, fu l'epicentro di studi e approfondimenti sulla dannosità dell'amianto.
La comunità scientifica, tuttavia, per svariati motivi, fino al 1955 aveva sorvolato sulla capacità cancerogena delle fibre di amianto nonostante le pubblicazioni degli scienziati italiani e tedeschi. Successivamente, con la pubblicazione degli studi di Richard Doll, nel 1955, ci fu unanime consenso scientifico sulla cancerogenicità delle amianto fibre, almeno per quanto riguarda il polmone (R. Doll, Mortality from lung cancer in asbestos workers, Br. J. Ind. Med., 12: 81-86,1955).
Negli anni '60, negli Stati Uniti, grazie all'impegno del Prof. Irving Selikoff, fu portato alla luce, in modo definitivo, la cancerogenicità dell'amianto per le sierose, e il consumo del minerale cominciò a decrescere negli USA, mentre in Italia subiva una forte accelerazione.
Nella Conferenza Internazionale di New Nel 1964, nel corso della Conferenza organizzata dalla New York Academy of Sciences sugli effetti biologici dell’asbesto, dopo la conferma venuta da numerosi lavori epidemiologici, si raggiunge un consenso generale anche sulla associazione asbesto-cancro polmonare. Il prof. Vigliani interviene a tale Conferenza presentando uno studio (E.C. Vigliani, G. Mottura, P. Maranzana, Association of poulmonary tumors with asbestosis in Piedmont and Lombardy, Annals of the New York Academy of Sciences, 132 (1): 558-574, 1965) sulla mortalità degli asbestosici indennizzati dal ’43 al ’64 nelle province di Torino e Alessandria e nella regione Lombardia, dove sono stati evidenziati 11 carcinomi e 3 mesoteliomi. Suddette neoplasie risultavano cinque volte più frequenti tra i soggetti affetti da asbestosi rispetto a quelli affetti da silicosi (10,5% vs 1,8%).
In questo contesto, nonostante l'affannarsi e il rincorrersi delle avvertenze dei nostri medici del lavoro, il consumo di amianto continuò ad aumentare per tutti gli anni '60
Enrico Vigliani, nel ’69, in qualità di direttore della Clinica Devoto, avvalla la proposta inglese, che, di fatto, abbassa bruscamente i meno drastici limiti americani, ed afferma che “la ragione del forte abbassamento dei limiti tollerabili dell’amianto, consiste nel fatto che l’asbestosi predispone all’insorgenza del cancro polmonare e del mesotelioma della pleura. [...] L’azione oncogena dell’amianto fa trascendere il problema dei suoi effetti biologici dal campo della patologia professionale a quello della medicina preventiva e dell’igiene pubblica. [...] In alcuni paesi, si è incominciato a tenere un registro dei mesoteliomi. [...] Nella polvere dell’atmosfera delle città, sono contenute fibre di amianto, come è stato di recente osservato anche a Torino” (E.C. Vigliani, Criteri per la determinazione delle concentrazioni massime tollerabili di silice e amianto nell’aria, Med. Lav. vol. 60 n. 2, 1969).
Nonostante l'evidenza della cancerogenicità dell'amianto e/o della sua lesività per la salute, ancora, per tutti gli anni '70, la produzione e l'utilizzo si mantenne elevatissimo. Fino al 1992 sono state lavorate 3.748.550 tonnellate di asbesto o amianto.
Successivamente, anche grazie alla mobilitazione operaia e per iniziativa di alcune forze politiche progressiste, in Italia, si dette corso ad una nuova legislazione. Fu recepita, seppur tardivamente, la direttiva 477/83/CEE del Consiglio del 19 settembre 1983 sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con un'esposizione all'amianto durante il lavoro (seconda direttiva particolare ai sensi dell'articolo 8 della direttiva 80/1107/CEE.
Queste norme sono state recepite in Italia con il decreto n. 277/91.
Successivamente, con la legge 257 del 1992, all'articolo 1 fu disposto il divieto di estrazione, commercializzazione, lavorazione di amianto e dei prodotti che lo contengono. Il complesso normativo di cui alla legge 257/92, che inizialmente doveva essere eletto con il decreto legislativo 277/91, ha subito diverse modifiche ed integrazioni nel corso degli anni. Nel frattempo, con l'entrata in vigore del decreto legislativo 81/2008, tutte le norme prepensionistiche sono state trasfuse in un unico testo normativo.
Siamo in attesa del riordino della legislazione affidata al progetto che è in corso di elaborazione da parte della Commissione Amianto del Ministro dell'Ambiente del Generale Sergio Costa e di cui fa parte anche l'Avv. Ezio Bonanni. Il nostro paese ha bandito da tempo l'amianto, nonostante questo non esiste l'obbligo di rimuoverlo.
Ciò non toglie che si debbano informare le autorità competenti ( ASL e Comune) dell'eventuale presenza di un manufatto contenente asbesto, o di un sito contaminato. Per rendere nota la presenza, basterà, scaricare, compilare e sottoscrivere il modulo di segnalazione amianto sottostante, così da inoltrarlo agli uffici competenti:
In seguito alla segnalazione, verranno chiamati degli esperti competenti, che svolgeranno un sopralluogo sul posto, per valutare il grado di pericolosità dell' amianto.
Le operazioni di bonifica consistono:
Per approfondire:
Infine è possibile segnalare la presenza di siti contaminati attraverso l'APP Amianto. Grazie a questo strumento, ideato dall'ONA e dall'Avvocato Bonanni, si può arrivare a una mappatura completa del territorio nazionale.
In Italia sono tuttora presenti più di 40.000 di tonnellate di materiali di amianto cancerogeno. A essere contaminati da questo agente dannoso per la salute sono anche edifici pubblici, come scuole e ospedali.
Sono 2.292 le scuole in cui è stata riscontrata la presenza di materiale di amianto. In più ci sono 800 biblioteche e centri di studio, 250 ospedali e 300.000 km di tubature di acqua potabile, che contengono materiali di asbesto, con fibre di amianto che provocano malattie amianto:
>> Eternit
Per quanto riguarda il problema delle scuole contaminate, l’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni, già nel 2012, avevano dichiarato l’urgenza della bonifica. Purtroppo, però, ancora nel 2021 sono 356.900 gli alunni e circa 50.000 i docenti e non docenti esposti ad amianto, con conseguenti rischi per la salute.
Il caso della Prof.ssa Olga Mariasofia D’Emilio, deceduta per mesotelioma il 21 febbraio 2017, è emblematico della situazione d'emergenza che coinvolge il campo dell'istruzione. L’ONA si è subito schierata con gli orfani per ottenere giustizia. Così, grazie all'Avv. Ezio Bonanni e all’Avv. Massimiliano Fabiani, il Ministero dell'Istruzione è stato condannato a un risarcimento di 930mila euro in favore della famiglia della vittima.
>> il servizio del TG5 sul caso
Però l'azione dell'ONA non si ferma. Sono infatti ancora molte le scuole in Italia in cui occorre attuare la bonifica e messa in sicurezza.
Non solo nelle scuole è ancora presente l'asbesto. Ci sono anche molti impianti sportivi contaminati. L’ONA da anni ha acceso i riflettori su questa problematica. Recentemente, il 1 dicembre 2021, l’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell'ONA, ha partecipato all’evento "Fair Play Day – Il dovere compiuto". In questa occasione si è ribadita l'importanza della bonifica dei siti contaminati e degli impianti sportivi. Questo, infatti, è l'unico modo per fermare definitivamente la strage causata dall'asbesto.
L’evento, organizzato per celebrare il 60° anniversario dei XVII Giochi olimpici di Roma, si è svolto al Salone d’Onore del CONI e ha visto la partecipazione di numerosi ospiti, tra cui il Sottosegretario Andrea Costa. Proprio al Sottosegretario di Stato al Ministero della Salute è stato consegnato dall'Avvocato Bonanni il dossier allarmante sulla situazione amianto negli impianti sportivi e nelle scuole.
I minerali di asbesto o amianto causano diversi tipi di tumori:
L'amianto è cancerogeno. La prova è costituita dall'ultima monografia IARC: World Health Organization IARC monographs on the evaluation of carcinogenic risks to humans - Vol. 100C “Arsenic, metals, fibres, and dusts volume 100 C - A review of human carcinogens” ASBESTOS - Lyon, France - 2012). Con questa monografia, sono ribadite le capacità cancerogene di tutti i minerali di asbesto, compreso il crisotilo.
L'O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha confermato le stime dell'Ona circa i danni provocati dalla fibra di amianto killer alla salute umana (asbestos killer):
"Currently, about 125 million people in the world are exposed to asbestos at the workplace (1). According to global estimates, at least 107 000 people die each year from Asbestos is one of the most important occupational carcinogens CHRYSOTILE ASBESTOS / 3 asbestos-related lung cancer, mesothelioma and asbestosis resulting from occupational exposures (1, 2, 8).
In addition, nearly 400 deaths have been attributed to non-occupational exposure to asbestos. The burden of asbestos-related diseases is still rising, even in countries that banned the use of asbestos in the early 1990s. Because of the long latency periods attached to the diseases in question, stopping the use of asbestos now will result in a decrease in the number of asbestos-related deaths only after a number of decades".
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ribadisce che le fibre di asbesto, fibre amianto o polvere di amianto causano questi tumori amianto che incidono per
Ai casi di mortalità per queste tre patologie asbesto correlate debbono essere aggiunti tutti gli altri casi e gli altri decessi:
per altre neoplasie asbesto correlate non ancora indicate nella monografia Iarc;
L'amianto crisotilo e gli anfiboli comportano l'insorgenza di fibrosi: placche pleuriche, ispessimenti pleurici e asbestosi; e cancro (mesotelioma, tumore del polmone, della laringe, faringe, dello stomaco, del colon retto e delle ovaie); Provocano anche altre malattie che non sono ancora state unanimemente classificate tra le patologie asbesto correlate.
Leggi di più su : tutte le patologie da amianto.
Negli ultimi anni è stato rilevato un aumento dello sviluppo delle malattie asbesto correlate; ciò è causato dall' eccessivo impiego dei minerali di amianto e il ritardo delle bonifiche.
La Legge 257 del 1992 non prevede, nè obbliga, all'attuazione di un 'immediata bonifica dei luoghi contaminati.
Per questa ragione, durante gli anni seguenti al '92, le esposizioni all'amianto, soprattutto nei luoghi di lavoro, si sono prolungate, accrescendo il numero di vittime. Nel nostro paese sono stati registrati, solo nel 2017 più di 6.000 decessi, di cui 1.800 per mesotelioma, 3.600 per tumore ai polmoni e circa 600 per asbestosi, oltre a tutte le altre patologie, comprese quelle degenerative.
L'ammontare dei danni ambientali e sanitari, si unisce a quelli previdenziali, ecco perché l'ONA ribadisce l'importanza della bonifica, la cosiddetta "prevenzione primaria".
>> 👉🏻 Il libro Bianco delle morti di amianto in Italia - Ed.2022
Il “libro bianco delle morti di amianto in Italia”, nasce con l’intento di rendere pubblica l’incidenza delle fibre amianto sulla salute umana.
L’avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’ONA, ha voluto riunire il complesso di dati che l’associazione ha raccolto, sulla presenza amianto in Italia.
Nelle zone più industrializzate, risulta un picco di mesoteliomi e altre neoplasie, certificato anche dal VI rapporto mesoteliomi dell’Inail.
Ciò evidenza la necessità di sollecitare la bonifica, e la ricerca scientifica, in modo da evitare le esposizioni e prevenire il cancro e altre patologie.
L'INAIL ha pubblicato il VI Rapporto Mesoteliomi, che avvalora i dati riportati nel II Rapporto Mesoteliomi dell'ONA.
Consulta il VI Rapporto Mesoteliomi INAIL (ottobre 2018)
I dati raccolti dall'INAIL hanno confermato quelli contenuti nel II Rapporto Mesoteliomi ONA (luglio 2017).
La produzione prosegue in 2 milioni di tonnellate (“2013 Minerals Yearbook”, U.S. Department of the Interior - U.S. Geological Survey, di Robert L. Virta). Nel 2014, la Russia ne ha estratto circa 1.100.000, la Cina oltre 400.000, il Brasile circa 284.000, il Kazakhstan 240.000, l’India 270.000, e tra gli utilizzatori la Russia (608.000), la Cina (507.000), l’India (379.000), il Brasile (154,000) ed il Kazakhstan (68.000) - per approfondimenti: ibasecretariat.org).
L'O.M.S. ha disposto il bando globale dell'asbesto o amianto con una raccomandazione:
"Elimination of asbestos-related diseases should take place through the following public health actions:
recognizing that the most efficient way to eliminate asbestos-related diseases is to stop the use of all types of asbestos;
replacing asbestos with safer substitutes and developing economic and technological mechanisms to stimulate its replacement;
taking measures to prevent exposure to asbestos in place and during asbestos removal (abatement), and;
improving early diagnosis, treatment, social and medical rehabilitation of asbestos-related diseases and establishing registries of people with past and/or current exposures to asbestos" (Fonte: International Programme on Chemical Safety - asbestos)
La completa rimozione dell'asbesto è l'unico modo per evitare le esposizioni alla fibra e tutelare la nostra salute.
L'Osservatorio Nazionale Amianto - ONA e l'Avv. Ezio Bonanni si sono adoperati affinché la raccomandazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità venisse ratificata dall'ONU, così da diventare vincolante per tutti gli stati.
"Questa è la nostra battaglia e quella di tutti coloro che vogliono sconfiggere le patologie asbesto correlate!"
Dal 1 luglio 2025 gli Stati dell’Unione Europea dovranno aver provveduto all’eliminazione dei “prodotti” di amianto (Regolamento UE 2016/1005), misura necessaria per contrastare la diffusione delle malattie asbesto correlate e per perseguire lo sviluppo sostenibile. Infatti, secondo l’ISS (Istituto Superiore di Sanità), la presenza diffusa di amianto crea ancora un problema di sanità pubblica sul quale è urgente intervenire.
A questo proposito era già stata presentata una risoluzione dal Parlamento Europeo nell’ottobre 2021 “per la protezione dei lavoratori dell’amianto”. In questa occasione si sollecitavano i Paesi membri a intraprendere le azioni necessarie per arginare gli effetti sulla salute delle potenziali esposizioni ad amianto, professionali e ambientali.
Un'ulteriore svolta verso la prevenzione primaria si è avuta il 3 ottobre 2023. Il Parlamento Europeo ha approvato nuove norme a tutela dei lavoratori dai rischi per la salute dovuti all’esposizione ad amianto (148/2009/CE) e ha abbassato "il livello a 0,002 fibre di amianto per cm³, escluse le fibre sottili, o a 0,01 fibre di amianto per cm³, incluse le fibre sottili".
L'assistenza legale fornita dall'ONA a tutte le vittime e ai loro familiari, con un team di legali, guidati dall'avv. Ezio Bonanni, garantisce eccellenti risultati, di costituzione di rendite, e indennizzi previdenziali e riconoscimento di vittime del dovere, per coloro che sono stati impegnati nelle missioni (marina militare, aviazione ed esercito, etc.) e risarcimento dei danni, ma non costituisce una soluzione per il problema amianto.
La dedizione mostrata negli studi, dagli scienziati di fama internazionale (tra i quali il Prof. Mario Benvenuti e il Prof. Marcello Migliore), ci ha permesso di compiere passi avanti nella ricerca e cura delle patologie asbesto correlate.
Grazie a questi progressi, possiamo presentare gli ultimi studi scientifici per la cura del mesotelioma, del tumore dei polmoni, dell'asbestosi e delle altre patologie asbesto correlate.
>> Approfondisci: "Gli atti della conferenza: come la ricerca scientifica può sconfiggere i tumori da amianto" (video)
L'amianto è cancerogeno. L'INAIL considera nella Lista I dell'INAIL (origine lavorativa di elevata probabilità), le seguenti malattie:
Le vittime che hanno contratto queste patologie hanno diritto all'indennizzo Inail, e per ciò stesso anche ai benefici contributivi per esposizione ad amianto (art.13 comma 7 legge 257/92), e il risarcimento dei danni differenziali.
Tali prestazioni INAIL sono inoltre reversibili al coniuge e ai figli minorenni, e per quelli studenti fino a 26 anni, nel caso di decesso.
I famigliari delle vittime hanno infatti diritto al risarcimento dei danni, anche quelli subiti dai loro congiunti di cui sono eredi.
L'ONA sostiene i lavoratori per garantirgli la tutela dei loro diritti. Leggi di più sulla tutela legale ONA.
Sono asbesto correlate anche le patologie inserite nella LISTA II dell'Inail (limitata probabilità):
È possibile ottenere il riconoscimento della rendita Inail, con la prova della loro origine occupazionale.
Nella LISTA III (origine professionale possibile), l'Inail ricomprende solo il cancro all'esofago (tumore amianto). In questo caso, come per le neoplasie inserite nella lista II, la vittima asbesto può ottenere il riconoscimento della rendita inail con la prova del nesso causale.
L'amianto cancerogeno provoca anche altre neoplasie che al momento non sono considerate in modo universale asbesto correlate, tra cui una serie di tumori, che colpiscono diversi organi dell'organismo umano. Possono essere definiti tumori amianto le neoplasie che colpiscono i seguenti organi:
Le malattie degenerative. Ci riferiamo alle malattie non tumorali, che comunque sono eziologicamente riconducibili anche alla esposizione ai minerali di asbesto:
Nel talco è sta rilevata la presenza della fibra di asbesto o amianto. Per queste ragioni, la multinazionale Johnson & Johnson è stata condannata negli Stati Uniti, dalla Corte di St. Louis, Missouri, USA, al pagamento di 4,7 miliardi di dollari, a titolo di risarcimento danni subito da 22 donne che si sono ammalate di cancro alle ovaie, dopo aver utilizzato prodotti che contenevano talco contaminato dalla fibra killer.
Nel 2015, l'ONA e l'Avv. Ezio Bonanni hanno reso pubbliche le importazioni dell'amianto dall'India. L'On. Luigi Di Maio, allora vice presidente della Camera dei Deputati e ora vice premier, ha presentato delle interrogazioni parlamentari, all'esito delle quali il governo ha confermato l'esattezza delle dichiarazioni dell'avv. Ezio Bonanni.
Coronavirus e amianto: si moltiplica il rischio per coloro che sono stati esposti ad amianto. Asbesto fibra killer colpisce prima di tutto gli organi delle vie aeree e in particolare i polmoni e la pleura. Le vittime di malattie legate all’amianto o con altre patologie respiratorie sono di fatto svantaggiate e più fragili di fronte al nuovo patogeno 2019-nCoV (coronavirus o Covid-19).
Coloro che sono esposti ad amianto, anche in assenza di malattie, sono soggetti fragili per il coronavirus. Già ai primi di marzo questa emergenza è emersa in Italia, segnalata dall’Osservatorio Nazionale Amianto e dall’Avv. Ezio Bonanni.
Il Dott. Arturo Cianciosi, medico legale dell’ONA, così come la Dott.ssa Federica Grosso, direttrice dell’Unità Mesotelioma di Alessandria, che ci ha reso noto tramite un tweet, il decesso da coronavirus di un suo paziente già vittima del mesotelioma.
Il nostro timore è che nelle settimane e nei mesi a venire, altri malati di mesotelioma o affetti da patologie legate all’amianto possano essere vittime del Covid-19. Il nostro pensiero va agli amici e colleghi più deboli vittime di questo virus, ma soprattutto al personale medico che si trova ancora una volta in prima linea nella lotta contro un nemico invisibile e mortale.
L’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni combattono per la prevenzione primaria e cioè la messa in sicurezza rispetto al rischio amianto, e per la diagnosi precoce e la cura del mesotelioma del cancro della pleura, del polmone, della laringe, della faringe, di tutti gli altri cancri da asbesto e anche contro le placche pleuriche, gli ispessimenti pleurici e l’asbestosi.
Coloro che sono ammalati di asbestosi hanno già fame d’aria, così come tutti coloro che sono ammalati di mesotelioma pleurico, per cui è necessario evitare ogni rischio che può essere derivato dal coronavirus per coloro che sono stati esposti ad amianto.
Data l’elevata esposizione ad amianto infatti, anche in assenza di malattia, troviamo comunque un’elevata presenza di fibre nell’ organismo, che impediscono e danneggiano la respirazione, innalzando cosi la soglia di rischio . Per questi motivi l’ONA insiste affinché le indicazioni già impartite dall’Autorità Governativa, e stabilite dalla legge, siano attentamente eseguite, e in sede ospedaliera si separino i percorsi di coloro che sono affetti da patologie asbesto correlate.
L’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni hanno chiesto ancora nel mese di ottobre e di novembre 2020 che il Ministero della Salute emani il protocollo covid 19 amianto. Infatti, le fibre colpiscono prima di tutto i polmoni e la pleura, che sono organi bersaglio anche del virus. Per questo motivo è stato richiesto un protocollo specifico.
Il pericolo è reale e per questo bisogna combatterlo, rispettando le direttive dello stato ed evitando che il contagio dilaghi. La migliore prevenzione al coronavirus è rappresentata dal rispettare le regole, perché cosi facendo non solo evitiamo di mettere a rischio la nostra salute, ma anche quella dei nostri cari.
Vogliamo ricordare anche noi i consigli dell’OMS da seguire per ridurre il rischio di contagio: