Le patologie ambientali sono malattie causate dalla esposizione ad agenti tossico-nocivi e cancerogeni presenti nell'aria, nell'acqua e nel terreno. Il progresso scientifico ha moltiplicato le condizioni del rischio ambientale. Siamo quindi di fronte all'altra faccia della medaglia rispetto al miglioramento della qualità della vita. Infatti la moltiplicazione delle nuove soluzioni tecniche e produttive ha pure delle conseguenze da cui non si può prescindere. Nuove molecole chimiche e nuovi processi di lavorazione possono essere molto dannosi non solo per i lavoratori, ma anche per i consumatori e per l'ambiente.
Infatti, i pericoli sono, spesso, molto insidiosi. Siamo circondati da migliaia di sostanze nocive, che giorno dopo giorno sono assimilate dal nostro organismo. Il rischio cancerogeno è tossico è sempre presente, perché spesso non si applica il principio di precauzione. Ecco perché è importante la prevenzione primaria, che si traduce nella necessità di una preventiva valutazione di queste sostanze. In altri termini, si dovrebbe verificare prima del loro consumo o utilizzo, se queste sostanze sono bio persistenti e dannose per la salute. Solo successivamente si può verificare come poter riparare il danno ambientale e alla salute.
Quindi non si disconosce il ruolo della prevenzione secondaria e terziaria, però solo nel caso in cui non fosse possibile quella primaria. Nel caso di esposizione, è necessario verificare anche i danni a lungo termine e quindi l'assistenza sanitaria. Nel caso in cui le verifiche sanitarie dovessero far emergere danni alla salute, con la prova del nesso causale inalazione o ingestione di sostanze dannose, si può chiedere la tutela legale.
Talvolta questi agenti patogeni, cancerogeni e tossico-nocivi, sono immessi sul territorio dall'azione irresponsabile dell'uomo. Così l'uranio, si pensi all'uso di proiettili all'uranio impoverito. Infatti non solo nelle missioni ma anche nel territorio nazionale, l'uso di proiettili potenziati con questa sostanza radioattiva provoca enormi danni.
Tanto è vero che oltre agli "addetti ai lavori", inquina il territorio: falde acquifere, terreno, aria con le nanoparticelle. Poi ci sono tutte le radiazioni e le conseguenze ulteriori. In questo modo si pone una pesante ipoteca sulla salute pubblica, anche delle future generazioni. Interi territori, intorno ai poligoni, oltre alle nazioni balcaniche i medio orientali, hanno subito elevati inquinamenti per l'utilizzo di questi proietti dell'uranio impoverito.
Altri agenti sono entrati nella nostra quotidianità e ne facciamo largo uso sia in ufficio che tra le mura domestiche, e stiamo parlando dei toner utilizzati per le stampanti e fax. Non dimentichiamo quelle sostanze inquinanti che essendo disperse nell'ambiente, prima o poi finiscono sulle nostre tavole.
Il Prof. Giancarlo Ugazio (Coordinatore Scientifico Nazionale) scienziato e medico, è uno dei pilastri dell'ONA. Infatti, l'associazione ha ritenuto di conferire al Prof. Giancarlo Ugazio il ruolo di socio onorario.
Per decenni, infatti, il Prof. Giancarlo Ugazio è stato professore di Patologie Generali presso l'Università di Torino, ed ha dimostrato che il limite di soglia non ha carattere scientifico. Infatti, è solo un compromesso. Ma queste tesi compromissorie, non tengono conto del sinergismo e del potenziamento. Tant'è vero che il Prof. Giancarlo Ugazio ha affermato che “il sinergismo tossicologico annulla il significato dei “limiti di legge” dei veleni ambientali”. In questo modo, sono state sostenute le tesi dell'Avv. Ezio Bonanni e dell'ONA.
Durante il convegno "Lotta all'amianto: il Diritto incontra la scienza" del 14 novembre 2012 è intervenuto il Prof. Giancarlo Ugazio.
Proprio nel suo discorso dal titolo "Asbesto/Amianto, Ieri-Oggi-Domani, Viaggio tra verità, reticenze ipocrisia e dolore" ribadisce l'impatto delle patologie causate dall'esposizione ad agenti cancerogeni presenti in ambienti contaminati. Tra queste ci sono anche le malattie asbesto correlate.
Lo stesso problema è stato ribadito anche durante la Seconda Conferenza Internazionale "Lotta amianto: diritto incontra la scienza" 20 marzo 2014.
Il Prof. Giancarlo Ugazio ha sintetizzato le centinaia di sue pubblicazioni e più di 40 anni di insegnamento universitario nella pubblicazione ONA “Patologia ambientale: passato, presente e futuro”.
Il problema del limite di soglia è stato posto, in modo particolare, per i minerali di amianto che sono cancerogeni. Infatti, si è sostenuto che, in alcuni contesti, per soglie poco elevate, non ci sarebbe il rischio amianto. Queste tesi sono state contestate dall'Avv. Ezio Bonanni proprio sulla base delle tesi del Prof. Giancarlo Ugazio ed anche per le risultanze delle monografie IARC, tra cui anche l'ultima.
Quindi, se si tiene conto che, nella revisione del Consensus Report di Helsinki, si afferma che le malattie asbesto correlate possono essere sconfitte, proprio evitando l'esposizione ad amianto. Quindi, è evidente che le soglie non possono essere un criterio da seguire.
L'OMS ha, finalmente, ammesso che la maggior parte delle neoplasie hanno origine da esposizioni ambientali. L'esposizione a fattori ambientali provoca circa il 24% delle malattie. Nel suo ultimo rapporto, l'OMS dimostra come gran parte dei rischi, potrebbe essere evitata attraverso l'apporto di interventi mirati. Secondo le statistiche, la maggior parte delle malattie nei bambini al di sotto dei 5 anni, è causato da fattori ambientali.
La prevenzione ai fattori di rischio salverebbe moltissime vite, specialmente per quanto riguarda i Paesi emergenti, presso i quali, in molte occasioni, vengono utilizzati vecchi macchinari. Nonché tecniche produttive spesso antiquate e, perciò, rischiose.
L'OMS nel suo rapporto, ha riportato quanto la prevenzione ai fattori di rischio possa contribuire a numerose malattie ed incidenti. Questi dati, sono stati ricavati dalle cause ambientali delle patologie e su quanto siano queste ultime influenzate dall'ambiente. L'Organizzazione sottolinea che, con una politica ambientale adeguata, i decessi, le malattie, le disabilità, potrebbero essere concretamente ridotte.
Dai dati è possibile risalire ad un numero maggiore di 13mln di decessi, inoltre, nei paesi emergenti, circa una morte su tre è dovuta proprio ad esposizione a fattori ambientali. In questi ultimi, il 40% dei decessi è dovuto a malaria e il 94, per malattie diarroiche. Le malattie da scarse condizioni ambientali più frequenti sono la diarrea, le infezioni del tratto respiratorio inferiore, varie forme di incidenti e la malaria.
Le misure di prevenzione che predilige l'OMS per la riduzione dei rischi ambientali sono:
L'ONA è concorde nel concludere che 8mln di morti possono essere evitati con una politica che eviti l'uso dei cancerogeni. Così, nei trasporti, nell'energia, nell'agricoltura e, ancora, nell'industria. È necessaria una collaborazione di tutti per abbattere, il più possibile, i livelli di esposizione ai cancerogeni, secondo il principio che l'ambiente pulito è salute. Mentre, l'ambiente contaminato è malattia. Ciò è ribadito dall'Avv. Bonanni in "Il libro bianco delle morti di amianto in Italia - Ed. 2022".
HOME >> Dipartimenti >> Ambiente >> Patologie ambientali